
LA NASCITA
La Cooperativa Artieri di Volterra ha una storia interessante che affonda le radici nel 1895, quando è stata fondata come Società Cooperativa Industriale Magazzino di lavori in alabastro. La sua creazione aveva come obiettivo principale quello di offrire agli artigiani alabastrai un punto di raccolta per i loro manufatti, garantendo anche un processo di vendita sicuro e controllato.
Il progetto venne ideato da Onorato Della Maggiora, una figura di grande rilievo a Volterra, noto per la sua passione per l’alabastro e le sue competenze nel settore. L’intento di Della Maggiora era quello di creare una struttura che permettesse agli artigiani di avere un magazzino comune dove esporre e vendere i loro lavori, con l’impegno di coinvolgere i commercianti per l’acquisto dei prodotti. Questo sistema aveva anche un’importante funzione difensiva, poiché garantiva una protezione degli interessi degli artigiani e un controllo qualità sui manufatti.
GLI ARTIERI
Il nome della cooperativa cambiò nel 1908, quando divenne la Società Cooperativa Artieri dell’alabastro, in seguito a una visita di Gabriele D’Annunzio a Volterra. Fu proprio il celebre poeta e scrittore a coniare il termine “Artieri”, un nome che sottolineava l’artigianalità e la maestria degli operai che lavoravano l’alabastro, un materiale che ha una lunga tradizione nella città.
Questa nuova denominazione non solo celebrava l’abilità degli artigiani, ma contribuiva anche a dare un’identità più forte e distintiva alla cooperativa, legandola indissolubilmente alla tradizione dell’alabastro di Volterra. Il contributo di D’Annunzio a questa evoluzione è un esempio di come la cultura e l’arte possano influenzare la storia e l’identità di una comunità.
3) Negli anni 1900-1910, la Cooperativa Artieri visse un periodo di forte affermazione, grazie a una serie di fattori favorevoli. Il mercato dell’alabastro, infatti, fu particolarmente prospero durante questo decennio. Un elemento importante che contribuì a questa crescita fu il sostegno che il governo giolittiano (1903-1914) riservò al settore dell’artigianato, in particolare alla lavorazione dell’alabastro.
Durante il governo di Giovanni Giolitti, l’Italia intraprese politiche volte a rafforzare l’economia e a stimolare la produzione artigianale, con contributi significativi sia per il mercato interno che per quello estero. Questo supporto aiutò la cooperativa a raggiungere nuovi mercati, consolidando la sua posizione e permettendo agli artigiani locali di espandere la loro produzione e presenza commerciale, tanto a livello nazionale quanto internazionale.
L’interesse e la valorizzazione del settore artigianale, infatti, non solo favorirono l’economia locale, ma contribuirono anche a consolidare l’immagine di Volterra come centro di eccellenza nella lavorazione dell’alabastro, creando una rete di commercianti e artigiani che si estendeva ben oltre i confini italiani.
4) Lorenzo Bresciani, presidente della Cooperativa dal 1911 al 1924, si trovò a fronteggiare difficoltà significative durante la Prima Guerra Mondiale, che influenzarono negativamente le finanze della società. In particolare, il periodo del 1915-1916 fu critico, con un crollo degli utili che mise a dura prova la Cooperativa. Tuttavia, a partire dal 1917, si verificò una ripresa rapida, segno della resilienza dell’istituzione e della capacità di adattamento del suo presidente alle difficoltà del contesto bellico.
LA RIPRESA
Durante gli anni della prima guerra mondiale, la Cooperativa Artieri intraprese due iniziative di grande importanza che dimostrarono la sua capacità di adattarsi e rispondere alle difficoltà del tempo.
La prima iniziativa fu la promozione di concorsi e borse di studio per la Scuola d’Arte locale. Questo investimento nella formazione dei futuri maestri artigiani fu fondamentale per garantire la continuità della tradizione artigianale e per preparare nuove generazioni di artigiani altamente qualificati. La cooperativa, così facendo, non solo preservò il suo patrimonio culturale, ma contribuì anche allo sviluppo del settore a lungo termine.
La seconda iniziativa, dal punto di vista economico e sociale, ebbe un impatto ancora più significativo. A causa della guerra, le vendite di alabastro calarono drasticamente e il numero di disoccupati crebbe. Per contrastare questa situazione, la cooperativa organizzò una sottoscrizione azionaria, il cui ricavato venne utilizzato per produrre oggetti in alabastro. Questi prodotti vennero poi portati sui mercati dei paesi neutrali da alcuni rappresentanti della cooperativa. L’iniziativa si rivelò un successo, riuscendo a riassorbire parte della manodopera disoccupata e a rilanciare le vendite in un periodo di grave crisi economica.
Grazie a queste azioni, la cooperativa non solo supportò i suoi membri durante il conflitto, ma riuscì anche a aprire un nuovo periodo economicamente favorevole, rilanciando il settore e consolidando ulteriormente la sua posizione nel mercato, sia nazionale che internazionale. Queste iniziative dimostrano l’impegno sociale ed economico della cooperativa, che ha saputo affrontare le difficoltà del tempo con una visione lungimirante.
LA CRISI DEL 1929 ED IL FASCISMO
La crisi del 1929 rappresentò un durissimo colpo per la manifattura dell’alabastro e per la Cooperativa Artieri. Il crollo economico globale, infatti, ridusse notevolmente la domanda di prodotti in alabastro, mettendo a dura prova la sostenibilità del settore.
Nel contesto del regime fascista, la situazione divenne ancora più complessa. Il fascismo non esitò a intraprendere azioni di rapine legalizzate, estorsioni e cancellazione di ogni forma di democrazia, un clima che portò la cooperativa a perdere la sua libertà democratica. Le autorità fasciste, preoccupate per l’influenza della cooperativa, che era stata per anni un centro della vita democratica cittadina, monitoravano con attenzione i suoi sviluppi, temendo che potesse nascondere focolai sovversivi.
Durante gli anni del regime, la cooperativa subì un grave danno economico e aziendale. Questo fu causato principalmente dalla politica autarchica voluta da Mussolini, che mirava a rendere l’Italia autosufficiente, con una limitata apertura verso i mercati esteri, riducendo così le possibilità di esportazione per i prodotti in alabastro. Inoltre, le scelte di politica estera fascista e le tensioni internazionali influirono negativamente sull’economia italiana e sul commercio delle manifatture.
Nonostante queste difficoltà interne e politiche, il regime fascista cercò di valorizzare l’alabastro di Volterra come simbolo di operosità e abilità artigianale dell’Italia fascista. I prodotti in alabastro venivano esposti nelle colonie italiane, dove la lavorazione veniva mostrata come esempio di eccellenza e impegno dell’Italia sotto il regime. In questo modo, sebbene la cooperativa e l’industria dell’alabastro soffrissero profondamente in quegli anni, la loro arte veniva comunque sfruttata per fini propagandistici.
7) La fine del fascismo e la conclusione della Seconda guerra mondiale segnarono un nuovo inizio per la Cooperativa Artieri, che venne finalmente restituita ai suoi soci, i legittimi proprietari. Con la liberazione, arrivarono anche i primi clienti: le truppe della V Armata americana, che, tra le altre cose, commissionarono agli alabastrai di Volterra gli stemmi della loro armata.
Inoltre, i soldati americani scoprirono nei piccoli oggetti in alabastro un perfetto souvenir da portare a casa. Sebbene si trattasse di acquisti modesti, queste vendite furono cruciali per la ripresa economica della cooperativa, che, in quel periodo, si trovava con magazzini pieni di oggetti invenduti realizzati durante la guerra. Grazie a queste vendite, la cooperativa riuscì a guadagnare il slancio economico necessario per rialzarsi dopo le difficoltà del conflitto.
Gli statunitensi, che furono tra i primi a apprezzare l’alabastro di Volterra, sono ancora oggi i principali estimatori di questa preziosa pietra e delle sapienti lavorazioni portate avanti dai maestri artigiani di Volterra da generazioni. L’incontro con il mercato americano ha avuto un impatto duraturo, consolidando la reputazione internazionale dell’alabastro di Volterra e aprendo la strada a nuove opportunità commerciali per la cooperativa e per l’intero settore.
8) Negli anni dell’immediato dopoguerra e durante il boom economico degli anni ’50, la Cooperativa Artieri visse una fase di straordinaria floridezza economica. Il numero dei soci aumentò, arrivando a contare circa 185 soci, e la domanda di manufatti, soprattutto dal mercato estero, crebbe in modo esponenziale. Questo periodo segnò un vero e proprio rilancio per la cooperativa e per l’intero settore della lavorazione dell’alabastro.
Volterra in quegli anni venne soprannominata “Il Poggio d’Oro” per sottolineare la sua prosperità e il suo ruolo centrale nella produzione artigianale e nel commercio dell’alabastro. La Cooperativa Artieri si distinse anche per la sua apertura verso l’innovazione, entrando in contatto con i più importanti nomi del design dell’epoca. Questo la rese uno dei precursori del movimento Art Déco in Italia, riuscendo a fondere la tradizione con le tendenze moderne. Le sue creazioni non solo rispondevano ai gusti del mercato, ma si inserivano anche in una prospettiva artistica che faceva da ponte tra passato e futuro.
Le principali esportazioni della cooperativa erano dirette verso paesi come Messico, Portogallo, Grecia e, naturalmente, gli Stati Uniti, che divennero il mercato principale per i manufatti in alabastro della cooperativa, un mercato che continua a rimanere di grande importanza ancora oggi.
Altri significativi contatti commerciali si svilupparono con paesi dei cinque continenti, tra cui Francia, Germania, Paesi Scandinavi, Sud Africa, paesi del Sud America, Giappone e Australia. Questo allargamento internazionale del commercio segnò il consolidamento della cooperativa come una realtà artigianale di rilevanza mondiale.
In parallelo alla crescita commerciale, la cooperativa aprì numerosi negozi di proprietà in diverse città italiane. Non solo a Volterra, ma anche a Pisa, Siena e Firenze furono inaugurate filiali che contribuirono a consolidare la sua presenza e la sua reputazione, sia a livello locale che nazionale.
Gli anni del boom economico rappresentarono quindi per la Cooperativa Artieri un periodo di grande successo commerciale e artistico, consolidando la sua posizione come leader nella lavorazione dell’alabastro e come punto di riferimento per l’innovazione e la tradizione nel panorama artigianale italiano.
9) Un grande passo per la Cooperativa Artieri fu compiuto all’inizio degli anni ’60, quando la cooperativa rilevò il negozio Limonex di Parigi, trasformandolo in rivenditore esclusivo dei propri manufatti. Questo rappresentò un’importante espansione internazionale, poiché Parigi, capitale della cultura e del design, era un mercato di grande prestigio per l’artigianato e l’arte, e l’apertura di un punto vendita in una città così influente permise alla cooperativa di consolidare ulteriormente la sua reputazione internazionale.
La scelta di rendere Limonex rivenditore esclusivo dei manufatti in alabastro della Cooperativa Artieri non solo aumentò la visibilità dei prodotti, ma segnò anche un’importante collaborazione commerciale con un negozio di alta gamma, posizionando l’alabastro di Volterra nel cuore del mercato del lusso e del design internazionale. Questo passo fu indicativo della crescita e della modernizzazione della cooperativa, che riuscì ad adattarsi ai nuovi scenari economici e a raggiungere il pubblico internazionale, continuando a mantenere alta la qualità artigianale che l’aveva resa famosa.
MANGIAROTTI 1982
Nel 1982 Angelo Mangiarotti viene chiamato a Volterra per rinnovare le forme della locale produzione artigianale di oggetti in alabastro, ancora caratterizzata da un diffuso e bizzarro eclettismo. Di Mangiarotti sono i disegni e gli schizzi di base, i suggerimenti sulla correzione di uno spessore, di una rotondità, di una trasparenza, così come la richiesta intransigente di utilizzo dell’alabastro scaglione, pietra tipica di Volterra, sempre più rara e a maggior ragione preziosa.
Nascono così le collezioni Axia e Velathri: forme inedite, pure, che scaturiscono da un’interpretazione fortemente innovativa dell’antico materiale, animato da nuovi e sorprendenti effetti di trasparenza e luminosità.
OGGI
Oggi, la Cooperativa Artieri continua a essere un punto di riferimento per l’artigianato dell’alabastro, mantenendo una solida presenza a Volterra. La cooperativa possiede un elegante store situato nella centralissima Piazza dei Priori, una delle piazze medievali più suggestive della città, con cinque vetrine che espongono i suoi pregiati manufatti e attirano i visitatori da tutto il mondo.
Oltre al negozio, la cooperativa ha una sede operativa che comprende uffici, magazzini e un laboratorio didattico, dove si trasmette la tradizione artigianale alle nuove generazioni. Questo spazio è anche dotato di una sala meeting per eventi e incontri, di uno shop per la vendita di oggetti in alabastro e di una gipsoteca, dove sono conservati modelli e sculture in gesso, fondamentali per il processo creativo e la documentazione del lavoro artigianale. Inoltre, la cooperativa custodisce un archivio storico, che testimonia la lunga e prestigiosa tradizione della lavorazione dell’alabastro a Volterra.
Questa moderna struttura riflette non solo l’evoluzione della cooperativa nel corso degli anni, ma anche il suo impegno nella preservazione e trasmissione della cultura artigianale, facendo di Volterra un luogo di incontro per appassionati, studiosi e turisti interessati alla storia e all’arte dell’alabastro.